08 aprile 2024

C'è ancora domani - Paola Cortellesi

È stato il film di questo inverno 2023/24 e quindi non potevo esimermi dal vederlo, ma la realtà è che il primo film da regista di Paola Cortellesi mi ha lasciato un po' tiepido. Difficile fare un film sul patriarcato e su quelle che erano le dinamiche familiari (sbagliate, siamo tutti d'accordo) dell'Italia del dopoguerra, senza incappare in stereotipi o guerre di genere. Paola Cortellesi secondo me in parte c'è riuscita. Ma solo in parte, appunto.

Il film parte con uno sganassone del marito appena sveglio alla moglie e già lì... insomma... ok che vuoi fare un film a difesa delle donne, ma dubito che la prima cosa che fa un uomo appena sveglio sia assestare un manrovescio alla moglie così, senza motivo. Un'altra cosa che mi ha disturbato sono i 2 figli maschi che si menano di continuo e dicono un sacco di parolacce, con la prevedibilissima scena in cui devono comportarsi bene e invece mandano tutto in vacca. Ultima cosa, forse la più discussa in rete, riguarda l'escamotage del balletto/botte: cara Paola, ci hai provato, ma non è proprio riuscitissima, ecco. Risultata un po' "vorrei essere Terry Gilliam" (vedi "La leggenda del Re Pescatore"), ma senza il risultato sperato.

Insomma ci sono alcune cose che secondo me sono da rivedere. Film brutto? Assolutamente no, anzi. Diciamo che la Cortellesi è stata molto coraggiosa nel realizzare un film così alla sua prima opera da regista. E devo dire che il finale (per me molto bello) alza di un buon punto il mio giudizio finale.

Quindi, daje Paole'!



27 febbraio 2024

Felice chi è diverso - Francesco Savio

Mi piace vagabondare in libreria. E mi piace farmi attirare dai titoli curiosi o dai riassunti in quarta di copertina. Talvolta ci si azzecca, altre volte no. Felice chi è diverso, di Francesco Savio, rientra nella seconda fascia.

Un libro totalmente inutile, di cui è anche difficile fare un riassunto. Praticamente un fiume in piena di parole e opinioni assolutamente non richieste da parte di una persona che crede di essere più arguto degli altri e di avere chissà quali idee brillanti su come andrebbero fatte le cose: dal calcio alla potatura degli alberi. Totalmente autoreferenziale. E molto, molto noioso.




01 febbraio 2024

Povere Creature! - Yorgos Lanthimos

Siamo in una Londra simil-vittoriana. Lo scienziato Godwin (che si fa chiamare col diminutivo di God) trova una giovane donna incinta appena suicidatasi. Decide quindi di trapiantare il cervello del feto dentro la giovane e portare avanti uno dei suoi esperimenti al limite della follia e della legalità. Nasce quindi il personaggio di Bella Baxter, donna con cervello da neonato. Ma i neonati, si sa, hanno un cervello che evolve velocissimamente: ci troviamo così davanti a questa strana creatura che, benché adulta, rivive ogni situazione con gli occhi di una bambina.

Questa più o meno la trama di Povere Creature!, l'ultima opera del greco Lanthimos, un film che è veramente impossibile riassumere in poche righe. Impresa assai più ardua è spiegare le sensazioni che lascia: stupore, gioia e risate si fondono con una storia avvincente, una fotografia folgorante e tanti tanti pensieri su come conduciamo la nostra grigia vita (chi più, chi meno) anziché rinascere e viverla con la curiosità e la fame di esperienze che Bella Baxter si porta appresso.

Film che è già un cult, per quanto mi riguarda.



09 gennaio 2024

Il Conte di Montecristo - Alexandre Dumas

In notevole ritardo (si tratta di un libro che ho letto in estate), una minirecensione del capolavoro di Alexandre Dumas. Come ogni tanto accade, cerco di mettermi a pari con quelli che sono considerati i libri imprescindibili, da un punto di vista di cultura generale. Visto il nutrito numero di pagine, mi sono riservato la lettura de Il Conte di Montecristo per la stagione estiva, contando su più ore a disposizione, rispetto ai normali periodi lavorativi. Come sempre, ci tengo a specificare che non sono un esperto di letteratura, ma un semplice lettore.

Nel recensire l'opera, mi trovo diviso in due sentimenti contrastanti, che potrei riassumere così: 

Prima parte del libro da 8 in pagella (se non 8,5). La successione degli eventi è appassionante, i personaggi sono interessanti (l'Abate Faria ha dominato le mie fantasie fin dallo sceneggiato tv anni 70), gli scenari (Marsiglia, Roma, l'isola stessa) evocano fantasie esotiche e lo sviluppo della trama fa volare via le pagine con facilità.

Seconda parte del libro a malapena sufficiente. Da quando il protagonista, Edmond Dantès, comincia la sua vendetta assistiamo a una serie di coincidenze che lasciano abbastanza con la bocca storta. Ok che è un romanzo di fantasia, ma - tanto per dirne una - il fatto che tutti i partecipanti alla congiura contro Dantès siano tutti a Parigi, frequentino gli stessi ambienti e le loro storie siano così intrecciate fa un po' sorridere. Così come vedere che ogni azione del Conte abbia le esatte conseguenze che lui prevede. A questo si aggiunga che questa seconda parte, nel mio modo di vedere, è a dir poco prolissa.

Insomma, nella totalità un libro che ho goduto, anche se con qualche riserva. 



08 agosto 2023

Gaupa - Myriad

Giusto per non lasciare morire questo blog, vi farò una recensione "capata" come direbbe il buon Monty, di una band che ho scoperto recentemente e che mi piace parecchio.

I Gaupa sono una band svedese relativamente giovane, infatti il loro primo EP è del 2018. Hanno poi realizzato due full-lenght: nel 2020 è uscito Feberdrom, mentre nel 2022 ha visto la luce il disco di cui vi parlo oggi: Myriad.

Per capirci, di che genere stiamo parlando? La band trova la sua strada grazie a riffettoni di chitarra tipici delle canzoni rock (si pensi a Queens of the Stone Age o ai primi Muse) accompagnati da melodie vocali che sembrano ispirarsi a Bjork. Il risultato sono canzoni più rocchettare (la opening track "Esoskeleton" o "My Sister is a very angry Man") alternate a canzoni più melodiche ("Moloken", "Elden") e in chiusura ci scappa un brano quasi prog rock.

Come sempre, non siamo davanti al disco del secolo, ma vi assicuro che è un bell'ascoltare.





29 maggio 2023

The Fabelmans - Steven Spielberg

Che Steven Spielberg sia un grande regista è fuori discussione. Penso sia impossibile che un suo film non raggiunga la sufficienza. Ma nonostante tutto The Fabelmans non è che mi sia piaciuto granché.

Ma partiamo dal principio: il film racconta la vita del giovane Sammy Fabelman (alter ego di Spielberg), del suo progressivo amore per il cinema e della vita della sua famiglia, divisa in due "fazioni": il genio ingegneristico del padre, pioniere informatico e la verve artistica della madre, mancata ballerina e pianista. Sammy cercherà di prendere il buono sia dall'uno che dall'altra e trasportare tutto ciò nella sua grande passione: il cinema.

Il film è un bel film, non c'è dubbio, perché è la storia di una passione. Peccato che io non sia riuscito praticamente mai ad empatizzare con il protagonista, perché ad ogni scena ci vedevo solo tanto autocompiacimento. E rivendicazione sociale, ovviamente. Vuoi non mettere un po' di sana rivendicazione sociale in un film americano?  

Insomma, per essere un "omaggio al cinema", come riportato da diverse voci, io l'ho trovato troppo autoriferito e a tratti noioso. Per intenderci: quando Scorsese ha realizzato Hugo Cabret ha omaggiato il cinema in senso lato, non ne ha fatto la sua autobiografia, e infatti il film mi era piaciuto. Questo? Boh...

E la scena dove lui si "vendica" del compagno di college facendolo sembrare un dio e mettendolo in crisi? Sarò fatto male io, ma ci ho visto un "mi sarebbe piaciuto fare", anziché una storia accaduta realmente.



18 aprile 2023

The Whale - Darren Aronofsky

Bello bello bello! Quanto mi è piaciuto The Whale di Aronofsky!

La trama: un professore di letteratura, prigioniero della sua obesità fuori controllo, vive sul divano di casa, da cui si alza (con estrema difficoltà) solo per andare in bagno e per ritirare il cibo alla porta, peraltro senza mai farsi vedere dai rider che glielo consegna. Quando scopre che gli rimane poco tempo da vivere, cerca di riallacciare i rapporti con la figlia.

The Whale mi ha ricordato molto uno dei procedenti film di Aronofsky, The Wrestler: in entrambi ho trovato quel dolore per una vita ormai allo sbando, che cerca una possibile redenzione nel tentativo di riallacciare i rapporti con la propria figlia, così da dare un significato (almeno finale) alla propria esistenza.

Ho sempre detto che mi piacciono le storie dove i protagonisti non hanno niente da perdere, perché le loro azioni sono drastiche e mi portano a pensare come avrei agito io al posto loro. Ecco, in questo senso The Whale per me è un film meraviglioso: mi ha lasciato tante cose su cui riflettere, infatti l'ho lasciato sedimentare e me lo sono portato appresso un paio di giorni.

E poi, vabbè, c'è Brendan Fraser che è veramente strepitoso. Tanto da non poter immaginare nessun altro al suo posto. E anche qua il paragone con The Wrestler è immediato: l'impiego di attori ormai usciti dal giro della Hollywood dei blockbuster, sembra essere un requisito primario, per Aronofsky, affinché interpretino dei veri personaggi fragili e malinconici.